L’empatia: senso e definizione

Ecco dunque comparire, non in un documento prodotto da psichiatri o psicologi, ma nelle linee-guida ufficiali riguardanti una patologia di interesse internistico, un elemento relazionale. L’empatia, come vedremo, ha a che fare con le diverse fasi della nostra attività clinica, a partire dall’anamnesi fino al conseguimento degli obiettivi terapeutici.

Ma che cos’è l’empatia? Essa è stata definita come “la capacità di comprendere che cosa sta sperimentando un’altra persona dall’interno del suo sistema di riferimento: in altre parole, la capacità di mettersi nei panni dell’altro” Bellet. Questa immedesimazione con il paziente non dovrebbe giungere ad un coinvolgimento emotivo troppo intenso, che potrebbe disturbare l’obiettività necessaria all’esercizio dell’attività del medico e risultare per lui usurante. L’empatia, perciò, richiederebbe ad un tempo condivisione ed un certo grado di distacco Bolognini. Comprendere ciò che il paziente sente, porsi nella sua stessa prospettiva, però, non basta: occorre che egli avverta che il medico ha compiuto questo passo. La “capacità di comunicare questa comprensione” costituisce un elemento essenziale dell’empatia Hojat02. Infine, l’impegno attivo per alleviare la sofferenza del paziente ed il tener conto del contesto familiare e sociale in cui egli vive vengono oggi anch’esse considerate componenti dell’empatia clinica Garden.

Le ricadute positive di una condotta empatica sono diverse: essa rende i pazienti più propensi a comunicare sintomi e problemi, facilitando la raccolta delle informazioni e, di conseguenza, pone le premesse per una diagnosi più accurata ed una terapia migliore; aiuta il paziente a recuperare la propria autonomia ed a partecipare alla terapia, aumentandone l’efficacia; apre la strada ad interazioni che influenzano direttamente il recupero del paziente Halpern e si rivelano terapeutiche anche per il medico, perché capaci di rispondere all’esigenza basilare, presente in tutti noi in quanto uomini, di rapporti e di esperienze che diano significato alla vita Larson. Inoltre, esse rendono più accettabile l’incertezza clinica, caratteristica dell’esercizio della Medicina, e le situazioni in cui la risposta biomedica è insufficiente Suchman.

 

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