Convegni

In questa sezione vengono pubblicate tutte le informazione riguardanti congressi, eventi, seminari e altre attività
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Nei casi descritti nella letteratura emerge che è impossibile utilizzare una metodologia univoca. La nostra esperienza ci porta a sottolineare che curare l’ascolto e l’accoglienza della famiglia nelle diverse situazioni (diagnosi di malattia più o meno grave) aiuta a trovare l’approccio migliore su come comunicare
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la mia esperienza. Sono uruguaiano, lavoro in Paraguay come oncologo clinico e palliativista in un hospice. Il 55% dei nostri pazienti soffre di cancro e il 35% è affetto da AIDS. Il resto dei pazienti soffre di patologie varie in fase terminale. Oggi parliamo di “comunicazione della diagnosi” e sappiamo che, soprattutto nella fase terminale,
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Sono trascorsi cinquant’anni da quando ho iniziato la mia vita ostetrica, che era, allora, per lo più rivolta all’assistenza al parto. Poi, i ginecologi della mia generazione sono stati testimoni e hanno imparato, e in qualche modo contribuito a svelare, una gran quantità di misteri della vita prenatale, quella vita che riguarda tutti noi.
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nella pratica clinica quotidiana. Le relazioni tra medico e paziente sono complesse e dipendono, tra l’altro, dalla personalità sia del medico che del paziente. Nel privato dello studio del medico di famiglia,
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presupposti, metodi, effetti. Negli ultimi due decenni sono stati prodotte nuove e fondamentali scoperte scientifiche nel campo delle scienze biomediche e della tecnologia applicate alla medicina. Ciò ha comportato nei paesi sviluppati un’enorme trasformazione nei concetti di salute e malattia,
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l’esperienza dell’ospedale Ikazia di Rotterdam (Olanda). Lavoro a Rotterdam in un ospedale protestante. L’organizzazione ospedaliera dà molta importanza alla sua identità cristiana, che si esprime in una cura premurosa
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In Olanda la rete sanitaria sul territorio è molto ben organizzata.Esistono ospedali per acuti, nei quali operano tutte le categorie di specialisti, e dove tutto è predisposto per consulenze ambulatoriali e degenze brevi. Esistono poi ospedali a lunga degenza per malati cronici,
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Epidemiologia e interdisciplinarità. La storia della medicina mostra che le preoccupazioni interdisciplinari sono all’origine della riflessione medica grazie all’introduzione delle scienze sociali.
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Il lavoro in équipe multiprofessionale è una modalità di lavoro collettivo, caratterizzato dall’interazione di vari interventi tecnici delle diverse figure professionali attraverso la comunicazione verbale e scritta. Nell’équipe sono mantenuti i rapporti gerarchici, l’autonomia e l’indipendenza tecnica, pur nella flessibilità della suddivisione del lavoro. Spesso, per la diversa preparazione e competenza, è attribuito valore diverso alle varie figure professionali e ciò può generare tensioni.
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Ritengo che l’aspetto della comunicazione e della relazione tra medico e paziente sia uno dei più importanti nella professione medica, anche per chi, come me, passa gran parte del tempo in sala operatoria. L’esperienza che intendo qui brevemente presentare,
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un’ipotesi formativa. L’aspetto nuovo che oggi caratterizza il morire è il fatto che per l’aumento delle malattie croniche e degenerative e grazie agli enormi progressi della Medicina che permettono di rallentare i processi patologici,
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nella società che cambia. La medicina, sfrondata da ogni orpello, è un rapporto a due: un rapporto tra chi ha bisogno di aiuto e chi, per competenza e attitudine, è pronto a dare questo aiuto.Tale rapporto ha vissuto nel tempo una serie di modifiche:
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Da dieci anni insegno farmacologia e altre discipline alla Pontificia Università Cattolica di Porto Alegre, in cui studiano circa 30.000 studenti. Anche nel mio lavoro cerco di portare un nuovo modo di rapportarsi basato sulla fraternità.
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alla professionalità medica durante il corso di laurea. La visione della professione medica come “arte” da insegnare porta alla trasmissione dell’esperienza e non soltanto delle nozioni tecniche, che non possono bastare ad affrontare il rapporto con il malato in tutta la sua complessità.
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al Sint Antonius Ziekenhuis Nieuwegein. Più del 30% dei nostri pazienti sono stranieri, per cui la comunicazione comprende sia l’aspetto linguistico sia quello culturale. Sono consapevole del fatto che anche loro sono pazienti che devo curare, e li tratto allo stesso modo dei connazionali.
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“Painmedicine” Sono specializzata in anestesia con altre specializzazioni in terapia del dolore, agopuntura e medicina palliativa.Lavoro con 5 colleghi in uno studio medico specializzato
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Come la esercito? Fin dall’inizio della mia professione di medico è stato molto chiaro per me che il paziente doveva occupare un posto centrale in essa. Esercitandola, poi, ho capito che questo atteggiamento si doveva tradurre in scelte concrete, alle volte piccole, ma sostanziali.
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Abbiamo riflettuto sull’importanza della comunicazione e dell’arte del relazionarsi in medicina. Il mio compito è ora quello di parlare del significato e del valore della reciprocità.È infatti nostra convinzione che sapere comunicare ed entrare in relazione con l’altro, sia esso collega, operatore sanitario, paziente o famigliare, richiede un passo ulteriore: arrivare alla reciprocità dei rapporti. Come è noto, il termine «reciprocità» assume un significato specifico a seconda dell’ambito in cui viene applicato. Si parla, infatti, di reciprocità in campo economico, politico, sociale, assistenziale…
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nella medicina. Dalla prospettiva di un medico generico. “Un buonissimo fegato”. Ricordo l’emozione di fare il giro-visite in reparto, quando ero una giovane studentessa, accompagnati da un medico che voleva farci sentire una “buona milza” o ascoltare un “interessante soffio cardiaco”. Come tutti i miei colleghi, nei nostri impeccabili camici, ero molto emozionata.
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dell’ospedale e i nuovi impegni da prendere. Il mondo ospedaliero europeo ha subito nel corso dei secoli una vera metamorfosi.A partire dall’«Hospitalis Domus», la casa dove si ricevono gli ospiti, dei primi secoli della nostra era, l’ospedale è stato il luogo per eccellenza dove, durante i secoli, si esercitava la carità cristiana.
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(Gruppo internazionale per la valutazione ecografica del tumore dell’ovaio). La diagnosi preoperatoria delle masse ovariche è essenziale per fornire un appropriato trattamento clinico. L’introduzione dell’ecografia transvaginale ha dato l’opportunità di ottenere parametri diagnostici preoperatori con una straordinaria
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per la cura di HIV/AIDS. Un progetto in Africa, basato sulle linee guida dell’UNAIDS. L’HIV/AIDS è un importante problema di salute pubblica nell’Africa subsahariana, dove vive il 63% degli adulti e bambini infettati da HIV o malati di AIDS del mondo. Nella Repubblica democratica del Congo (RDC), 2,5 milioni di persone sono infettate da HIV o sono affette da AIDS.
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a Manila. Bukas Palad Foundation è una ONG senza scopo di lucro (no-profit), fondata nel 1983 per rispondere alle necessità sociali e sanitarie delle fasce più povere della popolazione delle Filippine.La scintilla ispiratrice è stata la visita della fondatrice del Movimento dei Focolari nelle Filippine, nel 1982. Sgomentata dalla povertà di alcune aree della metropoli, Chiara Lubich ha stimolato
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dalla Clinica Sorriso (Igarassu, Brasile)all’Ambulatorio per il bambino adottato e immigrato (Ospedale Meyer - Firenze)La Clinica Sorriso, un ambulatorio con annesso laboratorio clinico, è stata costruita nel 1993 nel comune di Igarassu nel nord-est del Brasile, grazie ad un’azione di solidarietà promossa al mio rientro in Italia
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sviluppo di un modello di partnership secondo l’approccio etnografico tra Paesi a diverso standard assistenziale (Italia-Cameroun)
Il carcinoma cervicale è globalmente il secondo più comune cancro femminile, ma nei Paesi in via di Sviluppo (PVS) presenta la maggiore incidenza e mortalità. Le cause sono dovute a povertà, stile di vita, disiformazione della popolazione sui fattori di rischio, deficit di funzionali servizi medici di referenza, limitato accesso a centri sanitari
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Dalla ricchezza delle esperienze e delle realizzazioni che abbiamo presentato emerge la necessità di trarre alcune linee per la definizione di modelli scientifici che riescano a far coniugare il vissuto con le linee teoriche e, viceversa, a tradurre quanto deriva dalle elaborazioni culturali nella prassi medica.