Non sempre è facile riconoscere Gesù nel prossimo. Talvolta un medico è portato a vedere nel malato soprattutto un caso clinico o un problema (se non l’hai curato bene, c’è la denuncia…).

Quanto al mio lavoro in ospedale, sono aiutato a svolgerlo secondo un certo stile dal legame spirituale che ho con altri amici. Un giorno vengo chiamato in pronto soccorso per un’urgenza: un paziente è in arresto cardiaco.

Per rianimarlo mi adopero oltre i 35 minuti, chiedendomi se faccio bene a insistere: infatti, secondo i protocolli, dopo 20-25 avrei dovuto lasciar perdere. La persona si riprende, ma rimane in coma; data la gravità, la ricovero in rianimazione.

Giorni dopo mi cercano i suoi parenti. Uno di loro – peraltro un mio collega, che non conoscevo – mi abbraccia piangendo e mi ringrazia. «Ho fatto solo il mio dovere», rispondo. «No, hai fatto di più». E mi lascia assicurando che pregherà per me.

Franco

Fonte: Il Vangelo del giorno, Città Nuova, Aprile 2016, p.26

Documenti più scaricati

Questo sito utilizza cookie tecnici, anche di terze parti, per consentire l’esplorazione sicura ed efficiente del sito. Chiudendo questo banner, o continuando la navigazione, accetti le nostre modalità per l’uso dei cookie. Nella pagina dell’informativa estesa sono indicate le modalità per negare l’installazione di qualunque cookie.