maracatùdalla Clinica Sorriso (Igarassu, Brasile)all’Ambulatorio per il bambino adottato e immigrato (Ospedale Meyer - Firenze)La Clinica Sorriso, un ambulatorio con annesso laboratorio clinico, è stata costruita nel 1993 nel comune di Igarassu nel nord-est del Brasile, grazie ad un’azione di solidarietà promossa al mio rientro in Italia

dopo il primo viaggio in Brasile.

È nata per far fronte alle esigenze sanitarie dei bambini che frequentavano la scuola S. Maria, attivata fin dal 1969 nell’omonima cittadella del Movimento dei Focolari.La scuola era frequentata da circa 300 bambini, figli delle poverissime famiglie residenti nei quartieri limitrofi. L’economia della zona, prevalentemente agricola, non consentiva alla maggior parte della popolazione di avere un reddito superiore a un salario minimo, che, all’epoca, era circa un dollaro al mese. Per il 10% dei bambini la refezione scolastica era l’unico pasto giornaliero, il 40% degli alunni presentava denutrizione di grado intermedio, molti di loro accusavano disturbi del linguaggio e ritardo nell’apprendimento. Le malattie comunemente riferite erano: parassitosi, malattie respiratorie e gastrointestinali, ipertensione e malattie osteoarticolari. Fra gli adolescenti si rilevava un inizio molto precoce dell’attività sessuale con gravidanze indesiderate e diffusione di malattie sessualmente trasmesse. I presidi sanitari a cui la popolazione poteva riferirsi erano scarsamente accessibili per condizioni di superaffollamento o per lontananza. La Clinica Sorriso si è collocata in questo contesto sociale e opera «perché i bambini assieme alla salute riacquistino la gioia di vivere!» (come ha scritto Chiara Lubich in un messaggio in occasione dell’inaugurazione della Clinica).

Per la gestione della Clinica, nel 1993 dopo l’inaugurazione si costituì l’Associazione Clinica Sorriso; la dottoressa Honorina Nobrega Costa si trasferì assieme al marito dottor Josafà da una città vicina e ne assunse la direzione. Nell’agosto 1993 si riunì un’assemblea dell’Associazione Clinica Sorriso per studiare una linea programmatica. Parteciparono, oltre a due medici esperti di Sanità Pubblica, la direttrice della scuola S. Maria, alcune insegnanti, i responsabili della cittadella e due assistenti sociali che operavano già da alcuni anni fra le famiglie della zona. Da quell’incontro scaturì l’idea portante che, in tutti questi anni di attività, fra le alterne vicende quotidiane, ha illuminato e sostenuto gli operatori fino ad oggi. L’obiettivo fondamentale da raggiungere era quello di una promozione della salute in senso globale, considerando ogni persona come parte integrante della comunità in cui vive, dove ci sono diritti e doveri da rispettare, ma si è inseriti in un processo di edificazione di una società più giusta che rispetta la dignità di ogni uomo. Come realizzare questo progetto? Attraverso un’interrelazione fra la comunità, la scuola S. Maria e la Clinica Sorriso.

Seguendo questa linea programmatica sono stati attuati diversi progetti:

1) assistenza foniatrica agli alunni della scuola;

2) assistenza psicologica agli alunni e alle famiglie;

3) progetto di igiene dentaria e di prevenzione della carie;

4) progetto nutrizionale;

5) progetto per il trattamento degli alcolisti con coinvolgimento della famiglia;

6) progetto di vaccinazione anti-epatite B;

7) progetto di prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse e orientamento sessuale

8) progetto di formazione di personale sanitario e di insegnanti.

Alla Clinica Sorriso lavorano attualmente due pediatre che ogni anno effettuano circa 800 visite, fanno un bilancio di salute di tutti gli alunni della scuola S. Maria, valutano lo stato nutrizionale, verificano la copertura vaccinale ed effettuano terapia antiparassitaria nei casi in cui se ne ravvisa la necessità. Due foniatre e due psicologhe danno sostegno alle famiglie e ai bambini con ripercussioni positive sul rendimento scolastico e sull’apprendimento degli alunni. Fanno parte dell’équipe medica un medico generico, un ginecologo, un cardiologo, un dermatologo e un odontoiatra. Gli alunni della scuola S. Maria sono assistiti grazie a quote sanitarie enucleate da un progetto di sostegno a distanza; gli adulti, che svolgono attività lavorativa e che hanno una copertura assicurativa, usufruiscono di questo tipo di assistenza; chi non ha disponibilità economica contribuisce anche con una minima quota per non creare rapporti assistenzialistici. Nei tredici anni di attività della clinica si è ottenuto un miglioramento globale dello stato di salute della popolazione, in particolare è notevolmente migliorato lo stato nutrizionale dei bambini.

Un intervento sanitario ancora più precoce è stato ottenuto dal 2003, anno in cui la scuola S. Maria ha iniziato la sua attività anche con la scuola materna. Un’attenzione particolare è stata rivolta al progetto nutrizionale che ha coinvolto 62 mamme della comunità. Durante l’anno un’équipe costituita da mamme e da agenti di salute, preparate grazie al progetto formazione, ha effettuato 380 visite domiciliari e 9 riunioni con le mamme dei bambini della scuola S. Maria e con gruppi di donne della città di Igarassu. Dopo una prima valutazione dello stato nutrizionale i bambini che presentavano particolari necessità sono stati indirizzati alla Clinica Sorriso e inseriti in programmi personalizzati con buon recupero nutrizionale. Il lavoro svolto nella comunità ha suscitato una grande risonanza anche a livello istituzionale, tanto che dal comune di Igarassu hanno chiesto di presentare il progetto anche a 14 comunità povere della città per coinvolgerle.

Dal 2005 il servizio di cardiologia è stato ampliato con l’ergometria. La popolazione residente nella zona non avrebbe potuto aver accesso a questo servizio in altre sedi per lontananza e per costi molto più alti.

È impossibile in questa sede soffermarsi sull’analisi dei risultati dell’attività sanitaria svolta in questi anni, vorrei però sottolineare il “valore aggiunto” di questa attività integrata per una vera promozione della salute. Dal 1992 sono andata ogni anno a trascorrere il mio mese di ferie alla cittadella S. Maria coinvolgendo anche amici e colleghi, vivendo momenti di scambio di competenze ed esperienze professionali: in quei giorni partecipavamo ad un vero e proprio corso di aggiornamento. Attualmente sono responsabile dell’Ambulatorio per il bambino immigrato e adottato dell’Ospedale Meyer di Firenze e, pur operando in condizioni sociali e culturali molto diverse da quelle della Clinica Sorriso, ritengo che sia ugualmente determinante per l’attuazione di una vera promozione della salute avere un’attività integrata con tutte le strutture che focalizzano l’attenzione sul bambino e la famiglia e operano nel settore.

1. L’esperienza di Honorina Nobrega Costa

Mio marito e io, entrambi medici, all’epoca maturammo la decisione di trasferirci da una città dove svolgevamo un’attività ben avviata ad una più piccola come Igarassu, per lavorare in un poliambulatorio che iniziava la propria attività, perché eravamo animati dal desiderio di realizzare una vita professionale al servizio dell’uomo. In Brasile la professione medica rappresenta uno “status sociale”, e anche per noi c’era stato il rischio di viverla senza particolare attenzione al rapporto medico-paziente. Il contatto con persone che ponevano alla base della loro vita e della loro professione un amore autentico per il prossimo, ci ha portato a riscoprire la primitiva scelta di essere medico “per vocazione”. In tanti anni di attività a Igarassu ci siamo resi conto della rilevanza di un agire medico che non si limiti alla cura della malattia, ma, attento al contesto familiare e sociale in cui vive il malato, coinvolga tutte le parti in causa a mettere in atto delle strategie per attuare una efficace prevenzione e promozione della salute.

di GIUSEPPINAVENERUSO

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