DOTT.SSA LAURA BAZZINI: In questo contesto si inserisce l’attività dell’Ospedale Mary Health of Africa a Fontem, piccolo villaggio immerso nel cuore della foresta equatoriale del Camerun Sud Occidentale. Non è questo il momento di descrivere l’Ospedale, mi limerò a dire che, in risposta alla richiesta di aiuto arrivata dalla popolazione locale in pericolo di estinzione, nel 1966 un primo gruppo di medici e infermieri del Movimento dei Focolari si trasferisce dall’ Europa nella zona, in servizio alla popolazione locale, con un approccio rispettoso che porta lentamente nel tempo a molte adesioni libere e spontanee ad una proposta di comunione , che si riflettono anche in una nuova e più armoniosa convivenza tra le diverse etnie presenti nella regione, e nei rapporti tra autorità tradizionali e poteri statali centrali e periferici.
L’azione, iniziata nel 1966, tuttora continua, con contributi sempre più aggiornati alle esigenze dell’oggi di un Paese che sta comunque sviluppandosi, e che poggia su alcune idee forza che Chiara Lubich ha più volte espresso nei suoi vari interventi come quando afferma che “..Interdipendenza significa rapporto di connessione reciproca tra due realtà che si condizionano a vicenda. Rapporto che non si potrà attuare, se non sarà caratterizzato dal rispetto reciproco, dalla comprensione vicendevole, dal saper far posto gli uni e gli altri alle difficoltà, ai problemi e alle realtà altrui, all’accoglienza dei rispettivi doni. In pratica dal mutuo amore così come si vive tra fratelli.
L’interdipendenza comporta la scelta del dialogo rispetto a quella dell’egemonia, la via della condivisione rispetto a quella della concentrazione di risorse e di saperi in una sola area del mondo. L’interdipendenza fraterna è davvero «mutua dipendenza», perché implica che l’affermazione della mia identità non può avvenire né per difesa, né per opposizione, ma si raggiunge attraverso la comunione ..” .
Questa visione non ha nulla a che vedere con un modo di intendere, permettete il termine forse improprio, “missionario” di chi solo porta o solo riceve.
Colpisce il confronto tra un immagine della vallata e dell’Ospedale di Fontem del 1969 e ad una di oggi per capire quanto abbiano fruttato gli sforzi delle persone che si sono impegnate in questa sfida ormai ultra quarantennale che richiede continui apporti ed aggiornamenti per rispondere sempre più e sempre meglio alle mutate esigenze d’integrazione e di sviluppo che, nel contesto della mondializzazione in atto, spingono affinché alle nuove generazioni sia resa possibile una vita migliore di quella dei loro predecessori.
Attualmente nell`ospedale di Fontem , con una capacita complessiva di 160 posti letto, lavorano 114 persone. Tra questi n 67 hanno qualifica professionale e tutti i dipendenti sono assunti secondo le leggi del Ministero del lavoro del Cameroun.
Le malattie più comuni sono malaria (20%), Tifo (20%) infezioni dell`apparato respiratorio (7%), e infezione da virus HIV (5%). Oltre i pazienti che vengono dal distretto, sono in aumento costante quelli che vengono dalle altre provincie del Paese.
Nel 2012 sono state effettuate 8600 consultazioni ambulatoriali, 1700 ricoveri tra medicina generale e pediatria, 230 casi di chirurgia, 322 parti .
Su iniziativa del Comitato Nazionale di Lotta alla SIDA (CNLS), sotto la responsabilità del ministro della Salute, dal 01/07/2005 l'ospedale è diventato centro di trattamento per le persone affette da HIV, con decreto riconosciuto e firmato dal Ministero della Salute.
L’ONG Azione per un Mondo Unito (AMU) ha sostenuto le numerose azioni che si sono promosse per Fontem, sia in ambito nazionale che internazionale.
È da segnalare che la realizzazione di questi progetti, ha comportato l’installazione e la messa in servizio di un sistema di collegamento satellitare, ottenuto anche grazie alla collaborazione della rete di ONGs “ActNow Alliance” e dell’Agenzia Spaziale Europea, che ha messo a disposizione un segnale satellitare sperimentale nell’ambito di un programma di rafforzamento delle capacità e di telemedicina per l’Africa. Tali sistemi di comunicazione sono attualmente in uso presso l’ospedale di Fontem con interessanti implicazioni e prospettive future.
Limitandoci ai progetti più recenti citiamo i seguenti:
Il progetto per il management del carcinoma della cervice uterina, promosso nel 2005 dalla Dott.ssa Laura Falchi di Firenze con i contributi della Regione Toscana. Il Carcinoma della Cervice uterina rappresenta un importante problema di salute pubblica nei Paesi in via di sviluppo; nello specifico in Camerun rappresenta il 70 % delle neoplasie ginecologiche maligne.
Il progetto ha previsto l’attivazione di un servizio di prevenzione oncologica per la patologia cervicale. Il test convenzionale di screening per il cervico-carcinoma viene effettuato alle pazienti HIV positive inserite nel follow-up ed alla popolazione locale spontaneamente afferente.
Dal 2009 un ruolo importante è stato ricoperto dal progetto triennale di cooperazione ancora con la Regione Toscana, promosso dal Direttore Sanitario dell’Ospedale di Prato “ Per il sostegno delle attività mediche, formative e scientifiche dell’Ospedale “Maria, salute dell’Africa”.
Tale progetto ha permesso l’invio di attrezzature per la chirurgia e l’anestesia, un gastroscopio, macchinari per il laboratorio di analisi (citofluorimetro, conta globuli e apparecchiature per la sierologia ) e soprattutto l’addestramento del personale in loco con il contributo lavorativo di medici italiani inviati in missione: un anestesista, un chirurgo generale, due ginecologi, una laboratorista.
Il direttore del dipartimento di Anatomia Patologica dell’Ospedale di Prato, Dott. Augusto Giannini, aveva già da un anno dato la disponibilità per l’allestimento e la lettura dei pezzi bioptici e degli strisci cervicovaginali provenienti da Fontem. L’acquisto degli strumenti è stato effettuato in considerazione della sostenibilità, sia dal punto di vista economico che funzionale, al fine di evitare l’acquisto di apparecchiature in assenza di personale capace di utilizzarle.
I risultati sono stati l’apprendimento di nuove tecniche chirurgiche, anestesiologiche e di laboratorio con ’incremento delle attività della struttura di Fontem nei settori sopradetti.
La collaborazione fra i partners è nata dalla loro conoscenza e condivisione dell’azione promossa per il miglioramento delle condizioni di salute di popolazioni più svantaggiate . Così l’intenzione di voler apportare ciascuno il proprio contributo (professionale, economico, strumentale, culturale) si è sviluppata in una dimensione di integrazione e di dialogo interdisciplinare perché la realtà con cui le varie competenze scientifiche e umanistiche si sono confrontate ha favorito la circolarità della cultura e l’interazione reciproca.
Come effetto della reciprocità gli abitanti di Fontem che risiedono all'estero (Usa, Canada, Belgio), attraverso le loro organizzazioni socioculturali, sostengono iniziative volte ad inviare risorse per l’Ospedale ed in particolare a sostenere il progetto di nutrizione con latte artificiale dei neonati da madri sieropositive.

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